@ - Prima Daniela Santanchè, poi Andrea Delmastro e infine il figlio di Ignazio La Russa. La magistratura ha preso di mira tre big del governo, ma anche tre pezzi grossi di Fratelli d'Italia.
Una tempistica sospetta per Giorgia Meloni, che di FdI è proprio leader. A maggior ragione quando le elezioni Europee sono dietro l'angolo. Dubbi che il premier aveva già espresso quando ancora del figlio di La Russa - indagato per stupro - non si sapeva nulla.
"È lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione - si sfogava in una nota firmata Palazzo Chigi -. E abbia deciso così di inaugurare anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee". Poi per il presidente del Consiglio è arrivata un'altra notizia, quella delle indagini sul 18enne Leonardo Apache. E allora non può che prendere atto che "un certo potere costituito", prima o poi, si sarebbe dato da fare "per fermare le riforme che abbiamo messo in cantiere". E adesso che "l’attacco è arrivato", non farà di certo retromarcia.
E coi suoi, stando a un retroscena del Corriere della Sera, Meloni mette in chiaro le cose: "Chi spera di poter mettere in discussione il governo sarà deluso. Io non posso impedire che cerchino di farci cadere, ma il tentativo non arriverà in porto. Andremo avanti con le riforme perché le ritengo necessarie per il bene del Paese, a cominciare da quella della giustizia". Il centrodestra su questo rimane compatto. "Dobbiamo fare quadrato", è la linea, accolta dalla Lega, da Forza Italia e anche dai meloniani. D’altronde, è la prima reazione del ministro del Turismo, "se ci toccano i figli vuol dire che è una guerra", una "giustizia a orologeria".
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