@ - Concorsopoli Pd, per lo scandalo delle assunzioni politiche la corte dei conti presenta un conto di oltre 72mila euro, da risarcire alla regione Lazio, a quattro funzionari che si sono occupati della selezione pubblica di Allumiere in era Zingaretti. Si deciderà all’udienza del 20 aprile.
Ammonterebbe a 72.562 euro, secondo la corte dei conti, il danno erariale addebitabile a dirigenti e funzionari pubblici che hanno gestito il concorso di Allumiere.
In caso di condanna, a restituire la somma alla regione, secondo i pm contabili, dovrebbero essere i dirigenti Andrea Mori, Elpidio Bucci, Riccardo Rapalli e la moglie del presidente della commissione giudicatrice Valentina De Vietro.
“Il consiglio della regione Lazio ha assunto tra gli altri idonei collocati nella graduatoria del concorso da istruttore amministrativo del comune di Allumiere due soggetti che, in assenza delle condotte illegittime dei componenti della commissione non avrebbero potuto sostenere le prove selettive e dunque riportare un’idoneità”, si legge nell’atto di citazione dei magistrati contabili. I due assunti in questione sono Pietra Marmorale e Andrea Aru.
Lo scandalo è partito a dicembre 2020, quando la regione e altri piccoli comuni attinsero dalla graduatoria del comune di Allumiere per rinforzare gli organici e nella lista si scoprirono nomi di politici e collaboratori delle segreterie di mezza regione Lazio, mettendo in moto tanto i pm di Civitavecchia che quelli della corte dei conti.
Sindaco di Allumiere era Antonio Pasquini, poi prosciolto, che lavorava come collaboratore con l’ex presidente del consiglio regionale Mauro Buschini, mai indagato ma costretto alle dimissioni.
Ora c’è la richiesta di condanna a risarcire 72.562 euro, ovvero gli stipendi percepiti dai Marmorale e Aru tra dicembre 2020 e marzo 2022. I due, nel periodo, hanno percepito rispettivamente dalla regione 35.558 euro e 37.003 euro.
Da qui i 72.562 euro che i tre membri della commissione del concorso di Allumiere e la moglie del presidente di commissione dovrebbero rifondere nelle casse della Pisana. Udienza, appunto il 20 aprile.
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