sabato 24 luglio 2021

Ucciso in piazza a Voghera, testimone: "Adriatici ha preso la mira e sparato" | L'assessore è in una località segreta

@ - Un cittadino marocchino avrebbe assistito alla morte di Youns El Boussettaoui, ucciso con un colpo di pistola. Il commento della sindaca: "Non sta a noi giudicare le responsabilità".



"L'italiano non ha sparato per sbaglio. Ha preso la pistola, l'ha puntata verso Youns e subito ha esploso il colpo che lo ha ucciso". E' il racconto di un cittadino marocchino che sarebbe testimone della morte di Youns El Boussettaoui, ucciso con un colpo di pistola martedì sera a Voghera dall'assessore Massimo Adriatici. Il gip di Pavia ha convalidato l'arresto di Adriatici, accusato di eccesso colposo di legittima difesa, confermando i domiciliari.

Adriatici in una località segreta - A riportare la testimonianza, il quotidiano La Repubblica. Secondo il testimone, l'assessore alla Sicurezza "ha sparato mentre Youns era fermo". Adriatici non si trova più nella sua abitazione, dove è ai domiciliari. La decisione di portarlo in un luogo segreto, a quanto si è saputo, è avvenuta su richiesta della difesa in quanto su alcuni social sono apparse immagine dell'abitazione dell'uomo. Secondo l'avvocato Gabriele Pipicelli, l'assessore è stato portato in una località segreta "per il serio e fondato pericolo per la propria incolumità". I legali hanno chiesto il trasferimento del loro assistito perché preoccupati dal clima di tensione che si sarebbe creato in città.

L'ordinanza del gip - Nell'ordinanza con cui ha confermato i domiciliari per l'assessore, il gip di Pavia ha scritto di "pericolosità dell'indagato" intesa come attitudine a "porre in essere reazioni sovradimensionate nel caso in cui si trovi in situazione di criticità". "Ciò che si vuole evidenziare è che lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola dalla tasca in un momento in cui era ancora lucido e consapevole delle proprie azioni", ha scritto il gip nell'ordinanza.

Il testimone - "Ho visto un signore italiano che stava parlando al telefono, Youns lo ha spinto e l'italiano è caduto in terra sulla schiena - racconta il cittadino marocchino - A quel punto, mentre era sdraiato, ha estratto la pistola dal fianco e gli ha sparato un colpo a sangue freddo. Dopo essere stato colpito, Youns è corso via con la mano sulla pancia e poi è caduto a terra".

Il testimone è stato rintracciato dai legali della famiglia di El Boussettaoui che hanno raccolto i ricordi di quella notte in una testimonianza formalizzata con le firme del ragazzo e di un interprete e depositata venerdì in procura. Il testimone sostiene che si trovava "a sei, sette metri dalla scena".

La sindaca di Voghera: "Una tragedia strumentalizzata dai media - Dopo alcuni giorni di "rispettoso silenzio", è arrivato anche il commento da parte del primo cittadino di Voghera Paola Garlaschelli. In un post sul suo profilo Facebook, la sindaca protegge la città, "ferita come lo siamo tutti noi", e rivendica il compito "di difenderla e di descrivere la realtà che è ben diversa da quella che sta emergendo".

Una cittadina "moderata e accogliente in cui un pilastro portante del vivere sociale è costituito da associazioni di volontariato e una fitta rete di servizi sociali", che sta affrontando giorni difficili a seguito di "una tragedia che ha investito la nostra e della strumentalizzazione mediatica dei fatti". Riferendosi all'assessore Adriatici, Garlaschelli parla di una "persona stimata e rispettata", ricordando come "non sia compito nostro giudicarne le colpe o le responsabilità".

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Cari Cittadini,
Sono giorni difficili per la nostra Comunità. Siamo increduli per la tragedia che si è consumata, scossi dal clamore che ha investito la nostra città e dalla strumentalizzazione mediatica che hanno assunto fatti che la magistratura è stata chiamata a chiarire.
E’ successo qualcosa di molto grave che inevitabilmente ci induce a riflettere profondamente. E’ morta una persona in circostanze drammatiche e un Assessore della mia giunta, persona stimata e rispettata in città, di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi, è stato travolto da un fatto tragico. Non sta a noi giudicarne le responsabilità o le colpe.
Insieme ai colleghi della Giunta ed ai consiglieri di maggioranza ho ritenuto che un rispettoso silenzio fosse in questi giorni la scelta più saggia.
Non ho voluto rilasciare dichiarazioni a caldo proprio per evitare di prestare il fianco a polemiche o strumentalizzazioni. Che la politica si divida, anche con toni accesi, è legittimo, ma chi rappresenta le Istituzioni cittadine ha una responsabilità particolare, che va oltre le scelte di parte.
Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi della vicenda. Ogni Istituzione ha un compito preciso. Indagare, ricostruire i fatti ed emettere sentenze non è compito di chi amministra la città, anzi rischierebbe solo di complicare il lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, che stanno lavorando con grande impegno per accertare le responsabilità dell’accaduto e che possono contare come sempre sulla fiducia incondizionata della città e di chi la governa.
Voghera è una città oggi ferita come lo siamo noi tutti. Ho il dovere di difenderla e di descrivere la realtà, che è ben diversa da quella che sta emergendo. Voghera è una città moderata e accogliente in cui un pilastro portante del vivere sociale è costituito da associazioni di volontariato e da una fitta rete di servizi sociali. È una città forte di una comunità che ha ben presente quali siano i valori e il rispetto per i cittadini di ogni colore politico, credo ed etnia.
Ciò che è accaduto ci ha colpiti profondamente, ma non fermati.
Siamo stati chiamati ad amministrare Voghera e stiamo lavorando dallo scorso autunno con responsabilità, per valorizzarne le potenzialità e per migliorare la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini. E’ un impegno che portiamo avanti a testa alta, consapevoli delle grandi difficoltà di questo momento storico. Un episodio come quello accaduto nei giorni scorsi, seppur così grave, non può farci mancare il coraggio e la voglia di andare avanti a costruire una Voghera migliore.
La tragedia che si è consumata nella nostra città ha subito una strumentalizzazione mediatica che ha richiamato l’attenzione del mondo e sta convogliando in città persone che intendono manifestare per quello che è accaduto.
Dobbiamo ricordare che ci troviamo in un momento particolare, la pandemia ha risvegliato sentimenti di paura e diffidenza, a volte facendo emergere la parte più oscura della società, e siamo profondamente preoccupati che questa strumentalizzazione possa alimentare ulteriore rabbia e violenza.
Mi rivolgo a tutti, richiamando i valori più veri in ognuno di noi, affinché la tragedia già avvenuta non inneschi una spirale di violenza. Il mio appello va alla stampa, ai cittadini, ai manifestanti e ai politici. Voghera merita il rispetto che si deve a chiunque subisca tutto questo. Spegniamo le ostilità e uniamoci solidali, perché il modo migliore per rispettare la memoria di chi non c’è più è preferire il dialogo all’odio e alle barricate.
Vi chiedo, in questo momento difficile, di restare uniti con senso di responsabilità, di ritrovarci nei valori della nostra Comunità che è una Comunità di persone per bene, più forti di qualsiasi difficoltà. Amare la propria città significa mettere il suo bene davanti a tutto:
Noi continuiamo a farlo e insieme a voi potremo superare questo momento.

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