venerdì 30 aprile 2021

Recovery, ecco le prossime tappe. Prima tranche di fondi in arrivo a luglio

@ - Secondo il commissario europeo al Bilancio Johannes Hahn è realistico che il 13% dell’ammontare dei fondi arrivi agli Stati «in luglio» e gli altri in una seconda tranche «a settembre».

I punti chiave
Dopo una non facile trattativa con Bruxelles sul testo, dopo il via libera del parlamento a larga maggioranza al Piano nazionale di ripresa e resilienza da 248 miliardi di euro, e dopo l’invio atteso per le prossime ore del documento a Bruxelles, in anticipo rispetto alla scadenza di fine mese - il consiglio dei ministri che farà scattare il semaforo verde in via definitiva si riunisce nel pomeriggio di giovedì 29 aprile -, la domanda che si fa strada è: quando arriverà la prima fetta di quella torta che sono gli aiuti europei destinati a rimettere in carreggiata un paese travolto da più di un anno di lotta con il coronavirus?

«Ferma restando la presentazione dei Pnrr entro il 30 aprile - si legge in una nota del Servizio Studi del Senato sulle prossime tappe del Pnrr - , l’utilizzo per intero dei termini massimi previsti dal regolamento europeo comporterebbe l’erogazione del prefinanziamento del 13% non prima della fine di settembre 2021». Ma il premier Mario Draghi, intervenuto in parlamento per la presentazione del Recovery plan italiano, ha delineato tempi più stretti, spiegando che «la finestra si chiuderà nell’estate: se si consegna il piano subito si avrà accesso alla prima provvista sennò si andrà più avanti». Molto dipenderà e dalla celerità e dalla prontezza di risposta delle istituzioni dell’Unione.

Perno della strategia Ue per la ripresa dopo la pandemia
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Rrf, ovvero “Recovery and Resilience Facility”) è il perno della strategia di ripresa post-pandemica dell’Unione europea, finanziata tramite il “Next Generation EU”, a integrazione del Quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea 2021-2027.

Draghi: se Pnrr a Ue il 10/5 avremmo ricevuto soldi dopo
Intervenuto prima alla Camera e poi al Senato per illustrare i contenuti del Recovery plan italiano, Draghi ha riconosciuto che il Parlamento ha avuto a disposizione tempi stretti per esaminare il documento, ma allo stesso tempo ha ricordato che la data del 30 aprile per inviare il piano a Bruxelles «è una data per avere subito i soldi». Il premier ha ricordato che «la Commissione andrà sui mercati per finanziare questo fondo a maggio-giugno, poi la finestra si chiuderà nell’estate». Di qui l’esigenza di accelerare: «Se si consegna il piano subito si avrà accesso alla prima provvista, sennò si andrà più avanti», e l’anticipo del 13% potrebbe slittare a «dopo l’estate».

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