@ - "Questa è la proposta operativa, ma siamo disposti a cambiare se arrivano alternative intelligenti e non strumentali".
Nessun budget fisso ai municipi, quindi vengono cancellati i 281 mila euro di conto capitale per le manutenzioni, ma risorse che da un milione potranno diventare illimitate. Poi nuove assunzioni di figure professionali come idraulici e falegnami, che non venivano fatte da vent’anni. Ma anche una netta distinzione tra autorità politica e amministrativa, che si traduce in un oscuramento dei ruoli dei presidenti. Il sindaco Marco Bucci chiarisce la contestata riforma dei municipi che sta facendo discutere tutti i livelli della società civile genovese, ma la sostanza è questa: di fatto viene tolto ai municipi il “portafoglio”, affidando le dotazioni finanziarie ai direttori, che si interfacceranno con l’amministrazione centrale.
Sindaco, perché vuole cambiare?
«Sono tre anni che voglio farlo, il ponte Morandi e progetti come Caruggi hanno rallentato la tabella di marcia. Entro fine febbraio vogliamo concludere per migliorare l’efficienza, cioè avere il massimo risultato al minimo costo, e l’efficacia, che il risultato percepito dai cittadini. È fondamentale ridefinire il rapporto e il ruolo Comune-Municipio, lavorare sul meccanismo di ripartizione di compiti, funzioni e risorse, e sul processo della costruzione delle decisioni politiche e amministrative. Il testo unico prevede che il Comune debba dare linea guida gestione e controllo. I municipi prevedono erogazioni dei servizi assegnati. I municipi non hanno personalità giuridica, che è affidata al sindaco. Non possono fare contratti o bandi se non vengono delegati dal comune perché la responsabilità è del sindaco che ha diritto di veto. Se uno cade in una buca, fa causa al comune mica al municipio. Basta andare a vedere il caso di Marta Vincenzi».
Che funzioni hanno i municipi?
«Quella politica e quella amministrativa e operativa. La prima è espressa dai cittadini, che votano un consiglio municipale che a sua volta vota una giunta e un presidente. Su questo ultimo aspetto abbiamo stralciato i meccanismi elettivi dei municipi, su cui lavoreremo più avanti. Il compito della funzione politica è quella di proporre indirizzare e ripensare la cura del territorio e una continua riqualificazione urbana in totale indipendenza dall’amministrazione comunale. Noi vorremmo che la funzione politica costruisse laboratori tematici dove si parla di urbanistica partecipata, gruppi di lavoro per i piani traffico, consulta territoriale Welfare, sociale, una consulta su immigrazione accoglienza e integrazione perché servono per indirizzare le politiche del Comune, che dovrà prendere in carico le proposte, discuterne e in caso approvarle».
Poi c’è la funzione amministrativa operativa.
«Cioè l’erogazione dei servizi, che è demandata a un direttore o dirigente del municipio, nominato dalla giunta, che si interfaccia con il direttore generale. Questo vuol dire che la funzione amministrativa è in diretto collegamento con la parte comunale. Sarà il direttore ad erogare i servizi e il Comune ad assegnare risorse di personale ed economiche».
Ma i municipi sono stati spolpati, il personale si conta sulle dita.
«Abbiamo approvato l’assunzione di 55 figure professionali entro fine febbraio, per l’edilizia, idraulici, Fabbri, falegnami, che andranno nei municipi perché il personale con i prepensionamenti e all’osso».
Tra gli articoli abrogati ci sono quelli che riguardano le funzioni del consiglio di municipio. Adesso si dice che “adotta i programmi in materie di propria competenza individuando le risorse finanziaria nell’ambito del budget assegnato”.
«Certo perché loro devono fare un elenco di lavori da svolgere non da 281 mila euro, ma di più. Posso anche dare un milione ma non avrebbe senso se non c’è un tetto. Don Milani diceva che “non c’è maggior ingiustizia che fare le cose uguali tra diseguali”. Quindi dare la stessa cifra ai municipi non ha senso».
Ritornando al potere dei municipi, leggendo il testo della delibera la riforma li azzera.
«Non è scritto così, se non è chiaro, lo rivedremo. L’organo politico decide i lavori, l’esecuzione e l’attuazione è affidata a un direttore che si interfaccia con il direttore generale e la giunta. Ripeto, i piani operativi spettano al direttore, non al municipio, che non perde il potere di programmazione. La scaletta gerarchica è: consiglio, giunta e presidente indicano cosa fare con il conto capitale, il piano viene sottoposto dal direttore al Comune che decide, riducendo anche i tempi»
La riforma tocca anche l’Ambito territoriale sociale o Ats
«Su questo punto abbiamo deciso di confermare nei municipi servizi che avevamo cancellato come quelli demografici, sociali, culturali. sportivi, ricreativi, di manutenzione ordinaria, di gestione del patrimonio comunale a uso sociale, la viabilità su base locale. Questa è la proposta operativa, ma siamo disposti a cambiare se arrivano proposte intelligenti e non strumentali».
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