mercoledì 25 giugno 2025

Donald Trump presenta sintomi di Alzheimer: l’allarme in famiglia lanciato dal nipote

@ - Fred Trump III ha sollevato nuove preoccupazioni sulla salute mentale di Donald Trump, collegandole a una lunga storia familiare di Alzheimer. In un’intervista radiofonica, il nipote del presidente ha descritto segnali comportamentali osservati nei discorsi e nelle apparizioni pubbliche dello zio che gli ricordano da vicino il declino cognitivo del nonno Fred Trump Sr., morto dopo otto anni di battaglia contro l’Alzheimer.

Donald Trump presenta sintomi di Alzheimer: 
l’allarme in famiglia lanciato dal nipote© Getty

Le sue parole non sono un’accusa, ma un appello alla trasparenza: "Serve più chiarezza, soprattutto per chi guida un Paese importante come il nostro".

Il nipote rompe il silenzio:Riconosco quei segnali” In un’intervista rilasciata a SiriusXM, Fred Trump III ha raccontato la sua crescente preoccupazione dopo aver osservato comportamenti del presidente simili a quelli vissuti con il nonno Fred Trump Sr., morto nel 1999 dopo anni di Alzheimer. “Non sono un medico, ma riconosco quei segnali”, ha dichiarato. Il nipote di Trump ha ricordato il modo in cui lo zio fatica a mantenere la coerenza nei discorsi pubblici, suggerendo che la famiglia dovrebbe affrontare apertamente il tema, nel rispetto del ruolo istituzionale ricoperto.

All in the Family: un memoir che scuote il clan Trump Fred Trump III ha raccontato anche le dinamiche più intime del clan nel suo libro "All in the Family: The Trumps and How We Got This Way", pubblicato nel luglio 2024 e subito diventato best seller. Oltre alle riflessioni sulla salute mentale, l’autore affronta temi come la disabilità del figlio William e il presunto ostracismo subito dalla famiglia dopo la morte del padre. Il volume ha suscitato reazioni contrastanti ma ha contribuito ad alimentare il dibattito sulla trasparenza e sulla responsabilità della figura presidenziale.

L'appello per un test cognitivo Fred Trump III invita apertamente Donald Trump a sottoporsi a un test cognitivo. Un’inversione di ruoli, considerando che nel 2020 era stato lo stesso presidente a vantarsi dei risultati ottenuti nel Montreal Cognitive Assessment, sollecitando l’allora rivale Joe Biden a fare lo stesso. “Non è una questione politica, è un tema di salute pubblica”, spiega il nipote, chiedendo che anche la genetica familiare sia tenuta in considerazione.

I segnali da non sottovalutare: come si manifesta l’Alzheimer Quando si parla di Alzheimer, il primo pensiero va spesso alla perdita di memoria. Ed è proprio da lì che spesso iniziano a manifestarsi i primi segnali: dimenticanze ricorrenti, come appuntamenti o nomi appena ascoltati, oppure domande ripetute più volte nel giro di pochi minuti. Ma non è solo una questione di ricordi: chi è colpito dalla malattia può incontrare difficoltà nel compiere attività quotidiane che prima svolgeva con naturalezza, come cucinare una ricetta nota o gestire semplici conti.

Un altro campanello d’allarme è la confusione su date e luoghi: capita che non si riesca più a orientarsi nel tempo o a riconoscere ambienti familiari. Anche il linguaggio può diventare più povero e meno fluido, con parole che sfuggono e frasi interrotte a metà. Non mancano poi cambiamenti del comportamento: umore instabile, ritiro dalle attività sociali, irritabilità e giudizi fuori contesto. Sintomi che, presi singolarmente, potrebbero sembrare banali o legati all’età. Ma se si presentano insieme e con frequenza, meritano attenzione e, soprattutto, una valutazione medica approfondita.

Un presidente anziano sotto i riflettori Con i suoi 77 anni, Trump è ora il presidente più anziano della storia degli Stati Uniti. In un contesto politico sempre più attento all’età e alle capacità cognitive dei leader, la questione sollevata dal nipote rischia di avere un peso crescente. Il caso si inserisce in uno scenario ancora più delicato, visto che l’ex presidente Joe Biden, dopo mesi di pressioni e speculazioni sulla sua tenuta mentale, ha annunciato il ritiro dalla corsa alla rielezione proprio nel luglio 2024, lasciando il Partito Democratico a scegliere una nuova candidata, Kamala Harris. Al momento, dalla Casa Bianca non è arrivata alcuna replica ufficiale alle dichiarazioni di Fred Trump III, ma il tema potrebbe emergere con forza nelle prossime settimane.

Notizie dai Giovani: Guai per Sigfredo Ranucci: la Rai avvia un procedi...

Notizie dai Giovani: Guai per Sigfredo Ranucci: la Rai avvia un procedi...: @ -   Rai apre procedimento disciplinare a Sigfrido Ranucci. Ruotolo: " Intimidazione e attacco alla libertà di stampa ". La Rai ...

giovedì 5 giugno 2025

La figuraccia di Zuppi cardinale anti governo

 @ La gaffe sull'8x1000 - accuse al governo Meloni su un provvedimento del governo Conte nel 2019 - viene considerata un passo falso per il «Papa della sinistra».

La figuraccia di Zuppi cardinale anti governo

Nulla che comunque possa scalfire l'autorevolezza del cardinal Matteo Maria Zuppi (foto), specialmente a sinistra. Il presidente Cei non riesce a liberarsi dall'immagine di un uomo di Chiesa schierato politicamente. Zuppi, celebrato come il «prete di strada» è lo stesso che prima di entrare nella Cappella Sistina per eleggere il successore di Papa Francesco, ha voluto parlare di Festa della Liberazione. Candidato al soglio di Pietro dalla bolla mediatica progressista, Zuppi, forse, è ancora in trance agonistica da Conclave. Le indiscrezioni trapelate dell'assise cardinalizia hanno dimostrato come l'elezione di un Papa romano di Roma fosse un'ipotesi residuale mai presa in considerazione. Come se la conclamata vicinanza alla Comunità di Sant'Egidio fondata da Andrea Riccardi, fosse garanzia di elezione. In ogni caso il Pd di Elly Schlein, Repubblica, le Acli, le Ong, Sant'Egidio stessa, movimenti pro migranti e tutte le anime belle del cattolicesimo democratico hanno eletto l'arcivescovo di Bologna, suo malgrado, a leader di una Chiesa «anti-Meloni». Per loro «don Matteo» è un simbolo. Il giorno dopo la sua uscita anti governativa a freddo, Demos, costola di Sant'Egidio del Pd, tiene il punto sull'8x1000 e difende la posizione del «suo» cardinale. Anche se il deputato dem Paolo Ciani, anch'egli legato a Sant'Egidio, non «intravede» una imminente battaglia parlamentare sullo strumento fiscale. Anche perché significherebbe delegittimare l'alleato grillino e quanto fatto dalla precedente gestione dem. Le Acli, invece, spalleggiano Zuppi e insistono. Tra chi attacca via social il centrodestra, e non Conte, c'è Chiara Pazzaglia, presidente delle sezioni bolognesi. In Consiglio comunale, al fianco del sindaco Matteo Lepore, poi, siede Filippo Diaco, che delle Acli è l'ex presidente. È la Bologna «zuppiana» che si stringe attorno al suo arcivescovo. Il presidente Cei è diventato da tempo «un punto di riferimento fortissimo» per tutti i progressisti. Anche sulla gestione dei fenomeni migratori le posizioni del porporato trasteverino sono note: accogliere, accogliere, accogliere.

Da sempre uomo del dialogo, Zuppi non ha mai evitato l'interlocuzione con il centrodestra. È anche per questo che dal governo è trapelato «stupore» per un'offensiva così diretta (oltre che errata). Il tifo da stadio dei progressisti per la successione a Jorge Mario Bergoglio può aver influito come arma di pressione. A metà mese, sempre a Bologna, è in programma la Repubblica delle Idee. Il quotidiano diretto da Mario Orfeo schiera un quartetto d'archi, un parterre anti-meloniano doc: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Maurizio Landini e proprio Matteo Maria Zuppi. Del resto, la sinistra non si fa problemi a includere il presidente Cei come un leader pari grado dell'opposizione. È un vero e proprio pressing culminato nei meme circolati durante il Conclave: «La sinistra riparta da Zuppi», si leggeva. Insomma, per quanto il cardinale non indossi la casacca dem, il Nazareno lo ha arruolato de facto. Non c'è da stupirsi: il cardinale è proprio quello che il «campo largo» vede come sintesi di tutte le virtù politiche. Cattolico sociale, massimalista il giusto, capace di dialettica con un mondo che va dai centri sociali ai sostenitori della Messa in latino. È la Chiesa jovanottiana - quella che va da «Che Guevara a Madre Teresa». La formula che il centrosinistra cerca per provare a tornare competitivo per le prossime elezioni politiche.

lunedì 2 giugno 2025

Lasci il finestrino abbassato? Ecco perché rischi una multa salata (e guai con l’assicurazione)

@ - Non si tratta di un'abitudine molto diffusa, ma di sicuro è possibile averne maggiore riscontro soprattutto nella stagione calda, quando si cerca in ogni modo di impedire che l'abitacolo dell'auto diventi incandescente sotto il sole cocente: lasciare il finestrino socchiuso può diventare una soluzione in questi casi, ma espone il conducente al rischio di vedersi appioppare una multa che può arrivare fino a un massimo di 173 euro.


C'è già un caso che quest'anno ha fatto molto discutere a Monte Berico, in provincia di Vicenza, dove il proprietario ha posteggiato il proprio mezzo a quattro ruote col finestrino leggermente abbassato, ritrovando al suo ritorno sul parabrezza una sanzione pecuniaria pari a 42 euro. Non si tratta, come verrebbe da pensare istintivamente, del reato di istigazione al furto di cui si occupa nello specifico il Codice di procedura penale, bensì di una violazione del Codice della Strada.

L'articolo, nello specifico, è il 158 e al suo quarto comma si occupa grossomodo dello stesso genere di comportamento inopportuno, laddove si rischi di agevolare la sottrazione del mezzo, ad esempio, lasciando il finestrino abbassato, l'auto aperta o dimenticando le chiavi inserite nel quadro: "Durante la sosta e la fermata il conducente deve adottare le opportune cautele atte a evitare incidenti ed impedire l’uso del veicolo senza il suo consenso". Il finestrino abbassato può diventare quindi una condizione tale da non disincentivare il furto del veicolo e di conseguenza un suo utilizzo non autorizzato, e ciò si traduce in una multa che può andare da 42 fino a 173 euro per i mezzi a quattro ruote e dai 25 fino ai 100 euro per i ciclomotori.

Così agendo il conducente non ha adottato "le opportune cautele" e si espone alla sanzione pecuniaria, ma ciò può avere delle conseguenze successivamente anche per quanto concerne l'assicurazione in caso di furto, dal momento che le polizze non coprono i danni prodotti dalla negligenza dei propri clienti. Qualora chi sottrae il mezzo compia poi delle infrazioni quando si trova al volante dello stesso, a dimostrare la propria estraneità ai fatti dovrà essere la vittima del furto.

Meglio evitare di correre rischi, quindi, e prendere tutte le precauzioni per evitare che una situazione del genere possa verificarsi, chiudendo completamente i finestrini quando si lascia l'auto ferma in un parcheggio.

sabato 10 maggio 2025

"Suicidio della democrazia". La lezione di Cacciari alle sinistre

 @ La polemica sul partito Afd in Germania è viva: il partito è stato bollato dai servizi segreti come compagine "estremista". Una definizione forte che per molti è il preludio di una richiesta di scioglimento, che però richiede tempo e non può essere inoltrata così alla leggera, anche per le implicazioni che potrebbe avere.

"Suicidio della democrazia". La lezione di Cacciari alle sinistre© Fornito da Il Giornale

E mentre le sinistre esultano per questa definizione, Massimo Cacciari dalle colonne de Il Fatto Quotidiano dà una lezione di democrazia sottolineando che sarebbe "folle per un partito con il 20%" essere escluso dai contributi pubblici. In effetti, al momento Afd è il partito preferito dai tedeschi e gode del 27% delle preferenze nelle intenzioni di voto.

"Una cosa è l’ostracismo che si legge dai comportamenti dei padroni dei media e dei social, che non danno più spazio a questi movimenti, altra cosa sarebbe una messa fuori legge formale che al momento non c’è", ha aggiunto il filosofo, secondo il quale, però, se dovesse accadere, "sarebbe l’ennesimo atto che attesterebbe il suicidio delle élite". Che le destre, con tutte le varie sfumature, stiano avanzando in Europa è una certezza ed è anche una risposta alle politiche popolari delle sinistre. Ma secondo Cacciari non possono essere sconfitte tramite la legge: "Se esistono norme che vietano l’apologia del fascismo, come di qualsiasi ideologia, si può discutere nel merito del comportamento politico se sia razionale o no metterle in campo. Puoi anche decidere di arrestare tutti quelli che cantano Faccetta nera o che fanno il saluto romano. Ma se si mette fuorilegge chi sta al 20% dei consensi ci si aspetti di vederli salire al 30 o 40%".

Un ragionamento di logica e realismo quello di Cacciari, che a sinistra non sono più in grado di fare e che si rafforza quando l'ex sindaco di Venezia sottolinea che "le destre sono al governo in tutta Europa, come si può pensare di metterle fuori legge? Bandire AfD che in certe aree è in maggioranza o governa è un suicidio. Se la democrazia vuol spararsi nelle palle faccia pure". E una democrazia che fa leva sugli strumenti legali per sconfiggere l'avversario, spiega Cacciari, "finirebbe di essere una democrazia" perché "le idee politiche si combattono con le idee, con la politica, con l’organizzazione della società, con il buon governo. Se la democrazia non sa difendersi con armi politiche, con la credibilità e l’autorevolezza delle strategie e degli atti che compie, crepa".

lunedì 31 marzo 2025